L’ansia da prestazione è un meccanismo che si manifesta quando la pressione e le aspettative dei risultati nei confronti di una determinata situazione causano uno stress psico-fisico eccessivo e dannoso.
Tale sensazione si può manifestare in diversi ambiti della propria vita, fin dalla più giovane età come accade ad esempio a molti studenti durante la propria carriera scolastica.
Ciò comporta una serie di conseguenze che se non gestite possono avere risvolti importanti sia sul proprio benessere mentale che sulla propria salute fisica. Tuttavia esistono diverse soluzioni che aiutano a gestire l’ansia da prestazione, evitando che il disturbo diventi patologico e cronico.
A cosa serve l’ansia?
In alcuni contesti avere l’ansia è assolutamente normale. L’ansia infatti è uno strumento adattivo, che ci permette di prepararci ad affrontare degli eventi o delle situazioni che il singolo soggetto percepisce come minacciose o pericolose.
Se presente nelle giuste quantità ci permette di attivare una serie di meccanismi che rendono la nostra mente più vigile e reattiva all’ambiente esterno, aiutandoci così a trovare con maggior facilità le soluzioni necessarie, anche nei casi in cui il contesto diventa particolarmente avverso.
Pensiamo nuovamente al caso dello studente che ipoteticamente è in attesa di svolgere l’esame di maturità. Un livello di ansia definito “ottimale” gli consentirebbe di studiare con costanza nelle settimane che precedono la prova, senza distrarsi, arrivando il giorno dell’esame più preparato e in uno stato vigile e attento.
Tuttavia esistono anche casi in cui l’ansia può arrivare a superare i livelli ottimali, diventando quindi patologica. Stiamo parlando proprio dell’ansia da prestazione, che in tale contesto manderà il nostro studente in totale crisi, provocando delle reazioni fisiche e psichiche spiacevoli come sudorazione, tachicardia e forte nervosismo.
Così come indicato dalla cosiddetta “legge di Yerkes-Dodson”, elaborata nel 1908 dai due psicologi statunitensi Robert M. Yerkes e John Dillingham Dodson, l’ansia può quindi avere più livelli. Si va da uno stato in cui l’ansia è nulla fino a uno stato in cui diventa eccessiva. Sta a ogni singolo soggetto trovare il livello ottimale per sé, in modo da renderla realmente utile e funzionale per lo svolgimento delle proprie attività, senza che sfoci in ansia da prestazione.
Ansia da prestazione: i sintomi che indicano un eccesso
Il momento in cui scaturisce l’ansia da prestazione è soggettivo: ogni persona è in grado di gestire l’ansia in modo diverso, motivo per il quale non tutti gli individui reagiscono allo stesso modo se messi in una situazione e in un contesto simile.
Tuttavia quando i limiti vengono superati, le modalità attraverso le quali il disagio psico-fisico si manifesta sono molto simili e comuni nella maggioranza delle persone.
Esistono infatti dei sintomi ben precisi che aiutano a riconoscere l’ansia da prestazione, che sono:
- sudorazione eccessiva
- tachicardia e palpitazioni
- difficoltà a concentrarsi
- problemi di memoria
- sensazione di mancamento fisico
- tremori
- tensione muscolare
- secchezza della bocca
- nausea
- respiro affannoso
Questi segnali possono manifestarsi in maniera più o meno intensa e con una frequenza variabile. I sintomi dell’ansia da prestazione possono comparire in episodi con una cadenza che va da 2 o 3 episodi in un mese, arrivando nei casi più gravi a presentarsi quotidianamente per più volte al giorno.
Solitamente l’acutizzazione dei sintomi avviene in concomitanza con l’avvicinarsi dell’evento o della situazione che il soggetto identifica come difficile da affrontare e nei cui confronti ha sviluppato un timore elevato per un eventuale insuccesso.
Ansia da prestazione: in quali ambiti può manifestarsi?
Nei paragrafi introduttivi abbiamo fatto un esempio relativo all’ansia da prestazione in ambito scolastico. In realtà quello non è l’unico contesto all’interno del quale può scaturire un meccanismo del genere.
Fra gli ambiti in cui l’ansia da prestazione può manifestarsi si segnalano:
- La scuola
- Il lavoro
- Lo sport
- Lo spettacolo
- Le relazioni sentimentali
Ansia da prestazione scolastica
L’ansia da prestazione scolastica è un fenomeno tristemente comunque soprattutto nell’ambiente universitario, ma è presente anche in percentuali consistenti fra gli adolescenti e persino nei bambini in età elementare.
Il malessere psico-fisico si intensifica solitamente in prossimità di interrogazioni e prove di esame, dove il timore di fallire e di deludere le aspettative si alza vertiginosamente. In Italia, in particolare, la situazione sembra essere abbastanza seria. Secondo un rapporto dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza nel 2020 circa il 20% degli studenti italiani ha sofferto di disturbi d’ansia da prestazione scolastica.
Con l’avvento della pandemia e della didattica a distanza le percentuali sembrano essere in aumento, segno che nell’ambito dell’istruzione la problematica non dovrebbe essere sottovalutata.
Ansia da prestazione lavorativa
L’ansia da prestazione lavorativa è correlata all’ambito del lavoro e può essere attribuita a diverse cause. In alcuni casi si presenta nel periodo di inizio di una nuova esperienza lavorativa, inclusa anche una situazione generalmente considerata positiva come la promozione e la salita di ruolo.
La paura di non essere all’altezza delle proprie mansioni o di non portare a termine tutti i propri compiti può portare alla comparsa dei sintomi tipici dell’ansia, con ripercussioni dannose anche nella sfera privata e familiare.
Attenzione però a non confondere l’ansia da prestazione lavorativa con lo stress da lavoro correlato, un problema che presenta una sintomatologia molto simile ma le cui cause sono attribuibili ai rapporti con i colleghi e all’organizzazione del contesto.
Ansia da prestazione sportiva
Sia gli atleti dilettanti che professionisti possono soffrire di ansia da prestazione sportiva. Lo sport infatti è un ambito altamente competitivo in cui le performance sono misurate da figure apposite (i giudici) e dove il pubblico tende ad avere alte aspettative nei confronti dell’atleta. Il sovraccarico di pressione può così scaturire in uno stato di ansia eccessiva tale da pregiudicare la riuscita delle prove.
Tendenzialmente a soffrire di ansia patologica sono gli atleti all’inizio della propria carriera, anche per via della minor esperienza nel campo delle competizioni e della novità legata alla situazione. Tuttavia anche fra agonisti si sta recentemente rompendo il tabù legato all’espressione del proprio disagio. Celebre è il caso della ginnasta statunitense Simone Biles, più volte campionessa mondiale, che nell’estate del 2021 ha deciso di rinunciare alle Olimpiadi di Tokyo per prendersi cura del forte stato di stress scaturito dall’ansia da prestazione sportiva.
Ansia da prestazione nello spettacolo
Così come nello sport anche nell’ambito dello spettacolo le aspettative del pubblico sono alte e possono provocare stati di ansia nei lavoratori dell’ambito. I contesti dove ciò accade più di frequente sono il teatro e il mondo della musica. L’evento che provoca l’ansia da prestazione sono solitamente gli spettacoli o i concerti, e possono coinvolgere non solo gli attori, i cantanti, i musicisti e i ballerini, ma anche i tecnici che lavorano dietro le quinte.
Ansia da prestazione sessuale
L’ansia da prestazione sessuale è tipica nel contesto delle relazioni sentimentali. Nasce dal volere e al contempo dal timore di non essere in grado di rispecchiare le aspettative del partner. Ci si focalizza quindi unicamente sul cercare di non deludere l’altra persona, al punto tale da rendere l’esperienza innaturale e forzata.
A soffrirne sono sia gli uomini che le donne, anche se nel sesso maschile sembra essere più frequente per via delle pressioni sociali che vedono nell’uomo il soggetto che guida il corteggiamento e lo svolgimento dell’atto sessuale. La paura di un giudizio negativo e del fallimento diventano così motivo di ansia, che si manifesta in problemi di eiaculazione precoce o disfunzioni erettili. Nella donna, invece, le conseguenze possono essere l’incapacità di raggiungere l’orgasmo, la secchezza vaginale e persino la percezione di dolore durante il rapporto.
5 consigli utili per gestire l’ansia da prestazione
Poiché l’ansia da prestazione può avere conseguenze negative rilevanti sulla quotidianità ma anche sul raggiungimento di obiettivi futuri, è importante che non venga sottovalutata. Una volta riconosciuta la presenza del problema, anche grazie all’aiuto di uno specialista, è possibile attivarsi per mettere in campo alcune strategie per imparare a gestirla.
Affrontare e risolvere l’ansia è possibile in qualsiasi ambito della propria vita si manifesti. È fondamentale tuttavia essere consapevoli che questo potrà essere un percorso lungo, ma che sul lungo termine porterà al miglioramento del proprio benessere fisico e mentale.
Per gestire l’ansia da prestazione consigliamo di seguire questi cinque consigli:
- Iniziare una terapia psicologica
- Utilizzare degli integratori naturali
- Praticare meditazione o yoga
- Fare attività fisica
- Dormire 8 ore a notte
Terapia psicologica contro l’ansia da prestazione
Contro l’ansia da prestazione uno dei rimedi primari è senza ombra di dubbio il ricorso a una terapia psicologica. Esistono diverse correnti della psicologia che si occupano del problema e che utilizzano approcci differenti come la terapia cognitivo-comportamentale o la psicoanalisi. Indipendentemente dalla corrente per la quale si opta è fondamentale sentirsi a proprio agio con il terapeuta, poiché sarà proprio l’instaurazione di una relazione di fiducia a favorire il successo del percorso.
Attraverso la terapia psicologica si potrà così lavorare sugli eventi e sulle situazioni che creano lo stato di ansia, imparando a superare il timore dell’insuccesso e del fallimento. Solitamente uno dei primi punti sui quali si va a intervenire è l’inclinazione al perfezionismo, rivendendo così quello che è il proprio concetto di perfezione e indagando sulle cause che portano a voler raggiungere standard molto alti e spesso perfino irrealistici.
Integratori naturali per l’ansia da prestazione
L’ansia da prestazione può essere migliorata anche attraverso l’uso di integratori naturali che favoriscono il rilassamento e la concentrazione. Questi possono essere un supporto molto valido per affrontare periodi particolarmente stressanti, come ad esempio la sessione di esami per gli studenti o delle scadenze lavorative importanti.
È importante tuttavia verificare che gli ingredienti alla base della formulazione degli integratori siano sempre completamente naturali, come avviene nel caso di Profevis. All’interno di Profevis, infatti, si possono ritrovare elementi di sola origine naturale, che non creano rischi di assuefazione o dipendenza come invece può accadere nel caso degli psicofarmaci.
Meditazione e Yoga contro l’ansia da prestazione
La meditazione e lo yoga sono due discipline antichissime in cui il corpo diventa un tramite attraverso il quale ricollegarsi alla propria mente. L’esecuzione di particolari movimenti, la gestualità e la ripetizione di mantra favorisce uno stato di profondo rilassamento che aiuta a gestire l’ansia. In particolare attraverso la meditazione vengono apprese delle tecniche applicabili anche al di fuori del momento in cui si svolge la pratica. In tal modo si possono attuare nuovi metodi di rilassamento da mettere in atto in caso di eventi stressanti, che aiutano a prevenire il raggiungimento picchi di ansia troppo elevati.
Attività fisica contro l’ansia da prestazione
In precedenza abbiamo detto come lo sport può essere uno degli ambiti in cui si manifesta l’ansia da prestazione. Ciò però è solito accadere all’interno di contesti competitivi, come in occasione di gare o tornei. In realtà l’attività fisica, se svolta senza alcun scopo secondario ma per puro piacere, è un ottimo strumento per scaricare la tensione e migliorare la gestione dell’ansia.
Attraverso il movimento infatti l’organismo rilascia una serie di sostanze fra cui le endorfine, un ormone noto per la sensazione di benessere che provoca. La sua presenza inoltre ha effetti positivi anche sull’autostima, migliorando la percezione e la consapevolezza di sé.
Il sonno e l’ansia da prestazione
Soprattutto nel caso dell’ansia da prestazione scolastica o lavorativa c’è la tendenza a trascurare l’importanza del riposo. Le persone affette da ansia sono solite sacrificare ore di sonno per dedicare più tempo possibile allo svolgimento di compiti ritenuti necessari per ottenere il risultato ambito. Ciò però è altamente controproducente e crea un circolo vizioso molto dannoso per la salute mentale. La carenza di sonno porta a un aumento dell’ansia e a disturbi dell’umore che possono peggiorare ulteriormente la situazione, aumentando così il rischio di un pericoloso born-out.
Dedicare il giusto tempo al riposo, dormendo almeno otto ore a notte, può dunque aiutare a gestire il proprio stato emotivo. Nel caso in cui dovessero esserci difficoltà ad addormentarvi, non dimenticatevi della possibilità di assumere un integratore come Profevis per favorire il rilassamento notturno.