Quando si parla di malassorbimento intestinale ci si riferisce a una condizione complessa causata da delle problematiche a livello dell’apparato digerente, che spesso provocano la comparsa di carenze nutrizionali.
Nonostante l’origine del malassorbimento possa variare, i pazienti che ne soffrono sono accomunati dagli stessi sintomi che coinvolgono lo stomaco, l’intestino e altre funzionalità dell’organismo.
In questo articolo andremo quindi ad approfondire i principali aspetti della sindrome da malassorbimento, dando così dei consigli pratici su come ottenere una diagnosi e sui possibili rimedi da utilizzare.
Malassorbimento intestinale: che cos’è?
Il malassorbimento intestinale è una condizione patologica correlata al sistema digerente che provoca nell’organismo delle notevoli difficoltà ad assimilare le sostanze nutritive assunte attraverso l’alimentazione.
In termini molto semplici ciò significa che le vitamine, i minerali, le fibre e tutti gli altri elementi contenuti all’interno del cibo (o anche di determinati farmaci e integratori) non vengono assorbiti correttamente dalle mucose dell’intestino. Le conseguenze di questa condizione sono quindi delle possibili carenze, che a loro volta provocano un insieme di sintomi di vario genere.
La percentuale di nutrienti che non viene assimilata può variare in ogni paziente.
Il malassorbimento intestinale si può classificare in 2 tipologie:
- Malassorbimento selettivo, quando è relativo a un solo nutriente, come accade ad esempio per gli intolleranti al lattosio.
- Malassorbimento generalizzato, se riguarda tutti i nutrienti ingeriti (grassi, carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali).
Al contempo il malassorbimento può colpire una sola parte del tratto digerente o tutto l’intestino.
Si può quindi suddividere il malassorbimento intestinale in 2 livelli di gravità:
- Malassorbimento parziale, se riguarda alcune sezioni dell’intestino.
- Malassorbimento totale, quando ogni tratto dell’intestino è compromesso.
Nel caso del malassorbimento parziale le parti di intestino sano potrebbero riuscire a sopperire parzialmente alle funzionalità delle parti “non funzionanti”, attenuando in parte i sintomi. Diversa è la situazione per il malassorbimento totale, che provoca conseguenze ben più notevoli.
Sintomi del malassorbimento intestinale
Il malassorbimento intestinale può presentarsi attraverso diversi segnali. L’intensità può essere più o meno lieve in base alla tipologia di malassorbimento (selettivo o generalizzato) e al livello di gravità (parziale o totale).
Fra i 6 sintomi più comuni del malassorbimento intestinale ci sono:
- Diarrea
- Flatulenza
- Crampi addominali
- Perdita di peso
- Stanchezza cronica
- Difficoltà a compiere sforzi fisici
Vi sono poi dei quadri sintomatici specifici che possono variare in base al deficit nutrizionale che si presenta. Nei pazienti afflitti da malassorbimento è infatti frequente la carenza di ferro e la disvitaminosi, come quella di vitamina C.
I deficit nutrizionali causati dal malassorbimento possono causare disturbi come:
- perdita di capelli
- fragilità ossea
- diminuzione della massa muscolare
- infezioni e infiammazioni croniche
- anemia
Particolare attenzione deve inoltre essere posta nei confronti dei bambini. Il malassorbimento in età infantile può infatti provocare ritardi nello sviluppo. Nel caso in cui si sospetti una situazione di questo genere è quindi necessario rivolgersi subito a un medico specialista.
Cause del malassorbimento intestinale
Il malassorbimento intestinale può avere diverse origini, di tipo transitorio o cronico. È importante riuscire a individuare il fattore scatenante, poiché in base a ciò cambierà il trattamento e la terapia atta a curare il problema.
Le principali cause del malassorbimento sono:
- Infezioni virali, batteriche e parassitarie
- Intolleranze alimentari
- Disbiosi intestinali
- Abuso di sostanze lassative
- Interventi chirurgici al tratto intestinale
- Patologie maligne
Come si può notare la gravità delle cause può variare sensibilmente. Andiamo quindi ad analizzarle singolarmente per capire qual è il loro ruolo nello sviluppo dei deficit di assorbimento e come comportarsi nel trattamento.
1. Infezioni virali, batteriche e parassitarie
Alcune infezioni intestinali di natura virale, batterica o parassitaria sono note per provocare un malassorbimento generalizzato e totale. Fortunatamente si tratta di una situazione passeggera che scompare con il trattamento dall’infezione.
In alcuni periodo dell’anno l’incidenza di questi disturbi può aumentare, come accade durante la stagione invernale con l’influenza da virus intestinale nei bambini. In questi casi la risoluzione del problema avviene spontaneamente in circa una settimana.
Per quanto riguarda invece le infezioni di natura batterica o parassitarie il trattamento è diverso e spesso richiede l’utilizzo di farmaci particolari. Al fine di evitarne la comparsa è quindi consigliabile prestare attenzione alle principali norme igieniche, come il lavaggio frequente delle mani e l’uso di sola acqua potabile.
2. Intolleranze alimentari
Alcune intolleranze alimentari provocano la comparsa della sindrome di malassorbimento intestinale. In questi casi è quindi fondamentale riuscire a diagnosticare il problema in tempo, al fine di evitare una cronicizzazione del quadro sintomatico.
Le intolleranze responsabili del malassorbimento sono principalmente due:
- L’intolleranza al lattosio, causata dalla carenza o dalla mancanza dell’enzima della lattasi.
- La celiachia, una reazione avversa dell’organismo nei confronti del glutine
Nel caso in cui vi è un’intolleranza non ancora individuata, il rischio è quello di continuare ad assumere gli alimenti che contengono l’elemento avverso. Ciò provoca uno stato di infiammazione cronica dell’intestino che se non trattata ostacola l’assimilazione dei nutrienti ingeriti tramite il cibo.
Se si sospetta di soffrire di un’intolleranza alimentare è consigliabile affidarsi sempre a un medico che sarà in grado di prescrivere i giusti esami. In commercio, infatti, è possibile trovare numerosi test per le intolleranze che nella maggior parte dei casi non sono realmente affidabili. Optate dunque per il consulto di un allergologo o un gastroenterologo, le due figure professionali in grado di diagnosticare il problema.
3. Disbiosi intestinali
Con il termine “disbiosi intestinale” si indica un’alterazione della flora dell’intestino. All’interno dell’apparato gastrointestinale sono infatti presenti milioni di batteri, virus e funghi benefici che insieme formano il “microbiota intestinale”.
Un microbiota in salute garantisce una forte protezione verso gli agenti patogeni esterni, regolando direttamente la funzionalità e la reattività del sistema immunitario. Qualora tale equilibrio venisse compromesso, una delle conseguenze immediate può essere la comparsa dei sintomi di un malassorbimento intestinale.
Ciò può accadere sia a causa di un regime alimentare scorretto o come concausa della presenza di una determinata patologia, come ad esempio il morbo di Chron e il diabete.
In questi casi uno dei primi rimedi migliori da prendere in considerazione è sicuramente l’assunzione di fermenti lattici come quelli contenuti all’interno di Profecol, l’integratore specifico per il rinforzo della barriera intestinale. A ciò deve poi essere abbinata un’apposita terapia, da stabilire insieme al proprio medico sulla base dei risultati delle analisi prescritte.
4. Abuso di sostanze lassative
L’abuso delle sostanze lassative è un comportamento molto dannoso per la salute, di cui tuttavia si parla molto poco. I lassativi, infatti, sono una categoria di farmaci che dovrebbe essere assunta solamente in casi di stipsi molto gravi.
Troppo spesso i lassativi vengono tuttavia utilizzati con il solo fine di perdere peso nel tentativo di eliminare le calorie assunte in eccesso tramite l’alimentazione. Sul lungo termine il risultato è spesso un’alterazione del transito intestinale con conseguenze negative sull’assimilazione di alcuni nutrienti, in particolare di vitamine e minerali.
5. Interventi chirurgici al tratto intestinale
Esistono determinati interventi chirurgici all’intestino che possono compromettere la funzionalità di assorbimento dei nutrienti. Nella maggior parte dei casi ciò è la conseguenza di operazioni che comportano l’asportazione di alcune parti del tratto intestinale o la creazione di bypass gastrici.
Si tratta di interventi chirurgici spesso complessi, utilizzati nell’ambito della cura di patologie intestinali o nel trattamento dell’obesità cronica. In questi caso il malassorbimento intestinale che ne consegue potrà quindi avere una natura permanente, che dovrà essere trattata solo attraverso diete personalizzate o integratori direttamente prescritti dal proprio medico.
6. Patologie maligne
Uno dei segnali che più preoccupa nell’ambito della comparsa di patologie maligne è il dimagrimento eccessivo o ingiustificato. Una perdita di peso improvvisa può essere collegata a un malassorbimento intestinale, causato a sua volta da un serio problema di salute.
Alcune malattie dell’apparato gastrointestinale, ma anche del fegato, dei reni e del pancreas, possono provocare delle alterazioni all’intestino, riducendo la capacità di assimilazione delle sostanze nutritive.
Di conseguenza in presenza di questi casi particolarmente delicati, per poter risolvere i problemi di malassorbimento sarà necessario individuare e intervenire sulla patologia primaria scatenante.
Come si ottiene una diagnosi di malassorbimento intestinale?
Abbiamo appena visto che le cause del malassorbimento sono molteplici e di natura molto diversa fra di loro. Poiché anche i sintomi sono ricollegabili a diverse tipologie di disturbi, il fattore che solitamente provoca dei sospetti è il loro perdurare nel tempo.
Se la diarrea, la stanchezza e la perdite di energie continuano molto a lungo e senza soste, allora ciò dovrebbe sicuramente insospettire anche il proprio medico. I primi accertamenti da fare in questo caso sono le analisi del sangue e l’esame delle feci, per verificare la presenza di eventuali carenze e perdite di sostanze. In base ai risultati del referto si potranno così ottenere ulteriori indizi per continuare ad analizzare ulteriormente il quadro della situazione.
Tra gli esami che possono essere prescritti per la diagnosi di malassorbimento intestinale ci sono:
- Il breath test, se si sospetta un’intolleranza al lattosio
- La biopsia intestinale, per verificare alterazioni delle mucose interne nell’intestino, comprese quelle causate dalla celiachia
- Il pasto baritato, una particolare radiografia che permette di osservare l’apparato gastrointestinale
- L’ecografia addominale, veloce, semplice e completamente indolore
- La risonanza magnetica o la TAC, che permettono di ottenere immagini molto definite del quadro intestinale
- L’endoscopia, ossia una procedura che permette di visionare in diretta l’apparato gastrointestinale con l’aiuto di una telecamera
Malassorbimento intestinale: cure e trattamenti
La scelta del giusto trattamento per la cura del malassorbimento intestinale è correlata alle cause del malassorbimento stesso. La terapia deve infatti tener conto del fattore che ha scatenato il problema, ma anche allo stato di salute dal paziente e della sua fisiologia (sesso, età, patologie secondarie…)
Per i casi di malassorbimento da intolleranza alimentare, ad esempio, bisognerà proseguire con la prescrizione di una dieta specifica, mentre per il malassorbimento causato da infezioni parassitarie potrà essere necessaria la prescrizione di un apposito farmaco.
Fermenti lattici
Nonostante la diversità delle terapie per il malassorbimento intestinale, c’è sempre un elemento comune a tutti. Stiamo parlando dei fermenti lattici, dei batteri benefici che concorrono al ripristino dello stato di salute dell’intestino.
I fermenti lattici sono facilmente reperibili in commercio sotto forma di integratori, con dosaggi e posologie diverse. Dato il forte stato di debilitazione che provoca il malassorbimento è preferibile optare per prodotti rinforzati come Profecol, che contengono un’aggiunta di zinco, selenio e colostro bovino. Quest’ultimo è una sostanza naturale largamente utilizzata nell’ambito del trattamento dei disturbi intestinali, utile per favorire il recupero delle forze e il ripristino della flora intestinale.
Integratori alimentari
Altro punto chiave di una terapia contro il malassorbimento intestinale è la prescrizione dei giusti integratori. Il malassorbimento causa infatti nella quasi totalità dei casi delle carenze nutrizionali, soprattutto dei micronutrienti (vitamine e sali minerali). Per ripristinare ogni mancanza l’uso degli integratori è fondamentale, ma deve essere fatto solo in seguito a delle analisi del sangue complete, che indichino quali sono i valori su cui bisogna intervenire.
L’alimentazione
Quando si tratta di malassorbimento, l’alimentazione è un aspetto che richiede un particolare occhio di riguardo. Nonostante le indicazioni alimentari variano da paziente a paziente, la dieta per il malassorbimento intestinale dovrà basarsi sulla scelta di cibi nutrienti e facili da digerire.
Fra i comportamenti alimentari da adottare se si soffre di malassorbimento si consiglia di:
- Scegliere cibi semplici, poco lavorati
- Prediligere cotture delicate come quella al vapore, che evita la dispersione dei nutrienti
- Non eccedere con il consumo di fibre, che può ostacolare l’assorbimento dei nutrienti
- Abolire il consumo di alcool
- Evitare gli alimenti ricchi di grassi saturi, come salumi e formaggi grassi, che favoriscono l’infiammazione dell’intestino
- Limitare gli alimenti zuccherati o con dolcificanti artificiali, che possono aggravare alcuni sintomi come diarrea e flatulenza
Naturalmente, se il malassorbimento è correlato a un’intolleranza, il regime alimentare dovrà basarsi su una dieta di esclusione, ossia che preveda l’eliminazione degli elementi di cui è stata certificata la non tolleranza.
Malassorbimento intestinale: quando preoccuparsi?
Il malassorbimento intestinale è una condizione che non deve essere affrontata con leggerezza, nemmeno nelle casistiche più lievi. Ai primi segnali sospetti bisogna infatti rivolgersi a un medico in modo tale da avere una valutazione diretta e immediata dei sintomi.
I sintomi che ne derivano sono generalmente correlate alla tipologia e al livello di gravità delle carenze che si sviluppano. Fra le complicanze che devono destare maggior allarme vi sono i problemi cardiaci, come le palpitazioni e la tachicardia, oltre alla perdita di peso eccessiva.
I neonati e i bambini, inoltre, necessitano di particolari attenzioni. Nelle prime fasi della vita è fondamentale che i più piccoli non abbiano carenze nutrizionali di alcun tipo. Ciò consente di tutelarli dai problemi di salute durante l’infanzia, ma anche in età più adulta.