La cefalea a grappolo è una forma di mal di testa intensa e dolorosa, che interessa una sola parte della testa e che molto di frequente si concentra nella zona vicino all’occhio.
Il motivo per cui viene chiamata “a grappolo” deriva dalla traduzione inglese “cluster”, che letteralmente può significare anche “sciame”. La cefalea a grappolo infatti si presenta con episodi ciclici, che seguono delle modalità di comparsa sempre identiche.
Proprio in relazione a questa regolarità la cefalea a grappolo può essere distinta in:
- Forma episodica: riguarda circa l’80-90 % dei casi e si diagnostica quando si verificano da uno a sette attacchi di emicrania in un giorno, per periodi di tempo che vanno da sette giorni consecutivi fino a qualche mese. Può tuttavia accadere che capitino alcuni intervalli in cui il problema sembra attenuarsi, anche se per poche settimane.
- Forma cronica: la variante più grave e debilitante che fortunatamente riguarda solo il 10% dei casi complessivi di emicrania a grappolo. Chi soffre di questa forma manifesta attacchi di cefalea tutti i giorni per oltre un anno senza pause e interruzioni. Le remissioni sono assenti, o se presenti sono inferiori a periodi di quattro settimane.
Quali sono i sintomi della cefalea a grappolo?
La cefalea a grappolo si caratterizza per il fatto di essere molto dolorosa, tanto da influire sulla qualità di vita dei pazienti e sullo svolgimento delle più semplici mansioni quotidiane..
In particolare i sintomi che caratterizzano questa tipologia di mal di testa sono:
- dolore lancinante in un lato della testa (più frequentemente intorno a un occhio)
- rossore e irritazione dell’occhio
- gonfiore intorno agli occhi
- ptosi o miosi, rispettivamente l’allargamento o il restringimento della pupilla
- lacrimazione intensa
- sudorazione e pallore
- fotofobia, ossia ipersensibilità alla luce
- fonofobia, ossia ipersensibilità ai rumori
- fastidio e sensazione di pressione sull’orecchio
Solitamente il dolore percepito viene descritto come perforante o tagliente, al punto tale che i pazienti durante gli attacchi possono arrivare a manifestare anche una forte irrequietezza, aggressività o confusione mentale.
La durata dei sintomi coincide con quella degli attacchi, detti grappoli. La risoluzione della sintomatologia è apparentemente spontanea e avviene in tempi compresi fra il quarto d’ora e le tre ore, ricomparendo però ciclicamente anche fino a otto volte durante il corso dell’intera giornata.
Cefalea a grappolo: come ottenere una diagnosi
La cefalea a grappolo è molto rara e riguarda solamente una percentuale della popolazione compresa fra lo 0,1 e lo 0,5%. Tuttavia se pensate di soffrirne rivolgetevi subito al vostro medico curante che molto probabilmente vi indirizzerà da un neurologo, lo specialista che si occupa di questi casi.
Ricevere una diagnosi solitamente non è difficile in quanto i sintomi della cefalea a grappolo differiscono di gran lunga con quelli di una normale emicrania.
A differenza dell’emicrania classica, il mal di testa a grappolo comporta:
- un dolore completamente invalidante
- l’assenza di nausea (i casi in cui si manifesta sono rarissimi, al contrario dell’emicrania)
- l’assenza di collegamenti fra la comparsa dei sintomi e lo stress o squilibri ormonali
- la ciclicità degli attacchi nel corso della giornata e dei mesi
Il medico tuttavia non baserà la diagnosi solo sull’osservazione dei sintomi, ma potrà richiedere anche alcuni esami più approfonditi per scongiurare il fatto che si possa trattare di nevralgia del trigemino, un disturbo con dolori correlati però alla stimolazione di uno specifico nervo sul volto.
Tra gli esami che potrebbero quindi essere prescritti si trovano molto comunemente la TAC e la risonanza magnetica che permettono di avere un’immagine molto dettagliata del cervello, escludendo così qualsiasi altra patologia.
Le cause della cefalea a grappolo
Purtroppo non è ancora chiaro il motivo per cui alcune persone soffrono di cefalea a grappolo. L’unica cosa certa è che si tratta di una cefalea primaria, ossia non causata da un’altra patologia, come accade invece nel caso del mal di testa da cervicale.
Secondo alcuni studi sembrerebbe che la causa di fondo sia un malfunzionamento dell’ipotalamo, ossia di una parte del cervello situata al centro dell’encefalo, esattamente a metà fra i due emisferi cerebrali. L’ipotalamo infatti regola numerose funzioni del nostro organismo, mantenendo uno stato di omeostasi, ossia il perfetto equilibrio fra tutti i meccanismi di termoregolazione, il ritmo sonno-veglia, la circolazione sanguinea, il senso dell’appetito e molto altro ancora.
Purtroppo la posizione specifica in cui si trova l’ipotalamo rende questa sezione dell’encefalo difficile da studiare. Tuttavia il fatto che gli attacchi di cefalea a grappolo abbiano una cadenza che segue i ritmi biologici ne suggerisce un probabile coinvolgimento.
I fattori di rischio della cefalea a grappolo
Nonostante non vi sia ancora una causa certa all’origine del problema, sono invece molto chiari i fattori di rischio correlati sia alla manifestazione del disturbo che all’intensità e alla durata degli attacchi.
Fra i fattori di rischio della cefalea a grappolo possiamo citare:
- l’età
- il sesso
- la familiarità
- il fumo
- il consumo di alcool
- temperature elevate
- odori forti
- sforzi fisici intensi
Età e cefalea a grappolo
Il primo episodio di cefalea può verificarsi a qualsiasi età, ma in generale si è notato che l’esordio avviene sempre dopo il compimento dei 20 anni. La fascia più colpita è infatti quella che va dai 20 ai 40-50 anni, anche se sono stati registrati dei casi in cui la comparsa del problema è avvenuta tardivamente dopo i 60 anni.
Sesso e cefalea a grappolo
A differenza di tutti gli altri tipi di mal di testa che colpiscono prevalentemente le donne, la cefalea a grappolo ha un’incidenza maggiore tra gli uomini. Tuttavia negli ultimi anni alcuni medici stanno segnalando una riduzione del gap, con un aumento dei casi anche fra il sesso femminile. Secondo degli studi ciò sarebbe da ricondurre al cambio dello stile di vita di molte donne che negli ultimi decenni hanno iniziato a svolgere mansioni e attività lavorative più simili a quelle degli uomini.
Familiarità e cefalea a grappolo
Chi ha parenti stretti come genitori o nonni con un problema di questo tipo sarà più propenso a soffrire della stessa tipologia di cefalea in età adulta. Esiste purtroppo una predisposizione genetica accertata verso la quale l’unica soluzione a disposizione è la prevenzione nei confronti degli altri fattori di rischio.
Fumo e cefalea
Il fumo è un fattore di rischio di diversi disturbi, inclusa la cefalea a grappolo. La quasi totalità di soggetti affetti dalla patologia sono fumatori. E non solo, perché il fumo sembra essere anche la causa scatenante di molti attacchi di mal di testa, che coincidono frequentemente con l’accensione e il consumo di una sigaretta nell’ora precedente al grappolo.
Alcool e cefalea a grappolo
Il consumo di alcolici è stato indicato da oltre la metà dei pazienti come una delle cause che provocano un attacco. Pertanto se già si soffre di mal di testa a grappolo è altamente sconsigliato bere alcool o anche semplicemente consumare i cibi che lo contengono all’interno.
Temperature elevate e cefalea a grappolo
Il caldo è un fattore che gioca un ruolo importante nella comparsa dei grappoli. In estate, infatti, gli attacchi tendono a farsi più dolorosi e lunghi. Per tale motivo bisogna prestare attenzione anche nell’esporsi al sole, oltre che nel fare saune, bagni o docce calde.
Odori forti e cefalea a grappolo
Alcune persone hanno notato una correlazione fra la percezione di odori forti e intensi e l’immediata comparsa di un grappolo. In particolare gli odori verso i quali si è notata una minor tolleranza sono quello della benzina, i profumi da donna o da uomo e le pitture chimiche.
Sforzi fisici intensi e cefalea a grappolo
Uno sforzo fisico particolarmente intenso potrebbe essere la causa scatenante di un attacco di cefalea. Ciò accade probabilmente per via di una dilatazione dei vasi sanguigni, tramite un meccanismo che si attiva in maniera molto simile come nel caso dell’assunzione di alcool e l’esposizione ad alte temperature. Chi è affetto dal disturbo dovrebbe quindi cercare di evitare gli sport ad alta intensità come la corsa, in particolare nelle ore più calde della giornata.
Cefalea a grappolo: 3 rimedi naturali
Per la cefalea a grappolo esistono delle terapie mediche che prevedono l’utilizzo di farmaci, in particolare di sumatriptan. Il suo utilizzo tuttavia non aiuta a prevenire gli attacchi, ma solamente a ridurre l’intensità del dolore durante la comparsa.
Questo è quindi uno dei motivi principali che può spingere a ricercare un rimedio naturale contro la cefalea a grappolo, che permette inoltre di evitare gli effetti collaterali tipici dei classici farmaci.
Ecco quindi 3 rimedi naturali per la Cefalea a Grappolo:
- Assumere degli integratori a base di luteolina
- Provare la terapia dell’acqua
- Seguire una dieta specifica
Integratori a base di luteolina
La luteolina è una sostanza completamente naturale presente in moltissime piante e in alimenti di origine vegetale come ad esempio: timo, salvia, erba cipollina, finocchi, limoni, grano saraceno.
Oltre alle sue proprietà antiossidanti e antitumorali ultimamente si sta rivelando particolarmente efficace nel trattamento del dolore cronico, incluso quello causato dalla cefalea. Per questo motivo i prodotti come Antalgos, che contengono al loro interno una buona dose di luteolina, sono indicati nel trattamento della cefalea a grappolo.
Terapia dell’acqua
La terapia dell’acqua è un metodo utilizzato per bloccare la comparsa dei grappoli attraverso l’assunzione di acqua molto fredda a una temperatura compresa tra i 5 e i 10 °C.
Le testimonianze a riguardo sono varie, ma alcuni soggetti hanno riferito di essere riusciti a contrastare i grappoli diminuendone la frequenza.
Ecco le semplici regole per la Terapia dell’acqua:
- l’acqua deve essere freddissima, non a temperatura ambiente
- bisogna bere a piccoli sorsi fino a sentire una sensazione di raffreddamento
- il primo bicchiere va bevuto non appena compaiono le prime avvisaglie di un attacco
- bisogna fermarsi quando si sente una sensazione di forte freddo, seguita dalla sensazione di abbandono del dolore.
È tuttavia importante utilizzare questo rimedio lontano dai pasti, in quanto l’assunzione di acqua molto fredda potrebbe provocare indigestioni.
Dieta per cefalea a grappolo
Negli ultimi anni sono stati condotti degli studi molto promettenti sul rapporto fra dieta e cefalea a grappolo. In particolare i risultati incoraggianti arrivano dalla dieta chetogenica, un tipo di alimentazione basato su un alto consumo di proteine e grassi a discapito dei carboidrati. Nella dieta chetogenica, infatti, solo il 10% del fabbisogno giornaliero proviene dai carboidrati e dagli zuccheri. Ciò è necessario per portare il corpo in uno stato di “chetosi”, ossia una condizione in cui l’organismo, non avendo abbastanza carboidrati da cui prendere energia, inizia a produrre i chetoni, dei composti acidi derivanti dai lipidi.
Una dieta di questo genere non è adatta a tutti e deve essere necessariamente prescritta da un medico dietologo, che saprà bilanciare esattamente tutti gli alimenti e le quantità all’interno del nuovo regime alimentare.
Cefalea a grappolo: quando preoccuparsi
Come abbiamo già detto la cefalea a grappolo è particolarmente dolorosa. L’intensità del dolore può quindi sicuramente spaventare, soprattutto nel periodo antecedente alla diagnosi.
Nonostante ciò, anche dopo aver ricevuto una conferma sul fatto di soffrire di cefalea a grappolo, non bisogna mai sottovalutare alcuni segnali.
In particolare non esitate a contattare il medico o a recarvi in pronto soccorso se:
- si manifestano delle convulsioni
- compare la febbre
- il soggetto colpito ha difficoltà a parlare o a formulare frasi di senso compiuto
- il dolore coinvolge anche l’area dietro agli occhi
- compare una sensazione di nausea e vomito
- l’attacco si verifica in seguito a un trauma cranico
Attenzione anche alla salute mentale
Oltre ai sintomi fisici non vanno assolutamente ignorati quelli correlati al benessere mentale. La cefalea a grappolo è nota per avere delle ripercussioni fortissimi sulla qualità della vita delle persone, limitando purtroppo il rapporto con la famiglia, con gli amici e la possibilità di lavorare.
Non a caso c’è chi parla anche di “cefalea del suicidio” in quanto il 55% dei pazienti che ne sono affetti ha dichiarato di aver avuto almeno una volta dei pensieri suicidi durante la comparsa dei grappoli. Inoltre fra i pazienti non sono rari gli episodi depressivi, oltre allo stress e al timore di uscire e di svolgere delle attività che potenzialmente potrebbero scatenare dei nuovi attacchi.
Ecco perché il supporto di una figura psicologica è fortemente consigliata a tutti coloro che ricevono una diagnosi di cefalea a grappolo, al fine di imparare a convivere con la patologia e condurre una vita più normale possibile.